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L'isola d'Ischia

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L'ISOLA D'ISCHIA

Recenti studi hanno, oramai, accertato che l'isola d'Ischia fu abitata fin dalla Preistoria. In diverse località dell'isola, specialmente nelle parti interne, sono stati ritrovati strumenti in selce e ossidiana del III Millennio a.C., come anche frammenti di ceramica dell'eta del Bronzo e del Ferro. Per effetto di uno dei tanti sconvolgimenti della natura, l'eruzione dell'isola d'Ischia fu causata dalla forza del magma che la sollevò dal fondo marino in una notte di un'era lontana quando ignota agli stessi geologi. La prima zolla che venne fuori fu la vetta del monte Epomeo. Successive eruzioni formarono le varie colline. Oggi, fortunatamente, l'attività vulcanica dell'isola d'Ischia e limitata alla presenza delle acque termali, all'esistenza di numerose fumarole con temperature di 106 gradi. La comparsa dell'uomo sull'isola avvenne nell'età neolitica e a San Michele sotto uno strato di cenere vulcanica, sono stati trovati frammenti di vasi appartenenti a questo periodo. Il successivo sviluppo delle civiltà furono: 1) Neolitico; 2) età del bronzo; 3) età del ferro. Il primo insediamento umano fu quello dei greci che occuparono l'altura di Monte Vico e chiamarono l'isola 'Pithekussai' e la ritennero idonea per i loro commerci nel Mediterraneo. Successivamente i romani cambiarono il suo norne in 'Aenaria' e valorizzarono le sue acque termali ed in particolare quelle di Nitrodi, dove sono stati ritrovati bassorilievi rappresentanti le ninfe di Nitrodi. Dopo il disfacimento dell'Impero romano, Ischia fu invasa dai vari popoli barbari scesi in Italia. Nel Medioevo, in una lettera inviata dal papa Leone III all'imperatore Carlo Magno nel 813, per la prima volta Ischia viene chiamata con il norne di 'Insula' (isola per eccellenza), corrottosi nel tempo in Insla, Isla, Iscla e infine, Ischia. Con la fine del Ducato di Napoli, l'isola d'Ischia seguì le sorti di Napoli. Passo sotto il dominio dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi. In seguito all'eruzione del Monte Trippodi del 1301, gli abitanti fuggirono in terra ferma e dopo 4 anni si raccolsero sull'isolotto del Castello. Nel 1320 Roberto d'Angiò visitò il Castello in compagnia della moglie Sancia di Maiorca. Con la nuova dinastia iniziata da Alfonso I d'Aragona, il Castello divenne un cittadella fortificata e inespugnabile.